Piscina fuori terra o gonfiabile in giardino casa, leggi e regole 2022 in vigore da rispettare - Edilizia.com

2022-08-05 06:38:16 By : Mr. Kun Li

Quando si parla di piscina ad uso personale si fa riferimento ad una vasca di differenti metrature e profondità, collocata all’interno di una proprietà privata, ad esclusivo utilizzo dei proprietari, dei loro amici e familiari.

Come rilevato da Assopiscine, è in costante aumento il numero di italiani che installano una piscina nella propria casa, si stima che ad oggi circa il 5% delle abitazioni in Italia possieda una piscina ad uso residenziale, collocando il nostro Paese in quarta posizione nella classifica europea sulla percentuale di piscine per abitanti.

Esistono numerose tipologie di piscina, solitamente indicate come interrate, seminterrate, fuori terra o gonfiabili, a seconda della caratteristica di costruzione e della collocazione rispetto al piano di appoggio. Per ciascuna di queste categorie in Italia esistono diverse leggi e regole per la realizzazione.

Prendere in considerazione l’idea di realizzare una piscina all’interno di una proprietà privata è un’ottima idea se si possiede un ampio spazio all’esterno. Possedere una piscina, infatti, non è solo un beneficio per trascorrere piacevoli momenti di relax, ma anche un ottimo modo per aggiungere valore all’immobile.

Le norme relative alla piscina collocata nel contesto di un’abitazione privata sono molto diverse da quelle indirizzate alle piscine pubbliche, la cui destinazione è ad uso collettivo, come nel caso di un residence, di un condominio, di un agriturismo o di un vero e proprio impianto natatorio.

Il primo passo per costruire una piscina interrata è la pianificazione dei lavori. Per realizzare una piscina interrata è infatti necessario avere a disposizione un ampio spazio esterno che sia libero da alberi e cespugli, con il terreno pianeggiante, che riceva la giusta quantità di luce solare e sia di facile accesso per effettuare gli scavi.

Esistono diverse tecnologie costruttive per la piscina interrata, come l’uso di calcestruzzo, pannelli d’acciaio o in casseri di Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS), di solito rivestiti con un supporto di finitura esterna in mosaico, marmo o resina. Si capisce, dunque, come la costruzione di una piscina interrata presupponga una complessa pianificazione dei lavori di scavo e di realizzazione che deve tenere conto delle condizioni strutturali del terreno, delle tempistiche per la costruzione e dei costi complessivi.

Trattandosi di un’opera complessa che va a modificare permanentemente la planimetria di un’abitazione, per questa tipologia di piscina le norme da rispettare parlano chiaro. L’iter da seguire per realizzare una piscina interrata è contenuto nel Testo Unico dell’Edilizia (L. 380/2001) e prevede la richiesta delle necessarie autorizzazioni (permessi edilizi) presso l’Ufficio Tecnico del Comune in cui avverrà la posa, presentando la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

E’ importante affidare la messa in opera ad un’azienda di professionisti che disponga di un tecnico abilitato per ottenere il certificato di conformità una volta conclusa l’installazione. Al termine dei lavori è obbligatorio anche l’accatastamento della piscina, in quanto la presenza di una piscina esterna potrebbe far subire una variazione a livello catastale dell’immobile e farla rientrare nella categoria delle abitazioni di lusso.

Bisogna tenere conto del fatto che le autorizzazioni comunali possono essere diverse a seconda dei Comuni o delle Regioni, in quanto dipendono dalla presenza di aree sottoposte a particolari vincoli paesaggistici o da alcune restrizioni da rispettare in particolari territori.

Oltre alle leggi relative ai permessi per la costruzione, quando si realizza una piscina interrata residenziale è necessario attenersi anche alle norme europee elaborate dal Cen (Comitato Tecnico Europeo), in particolare relative alla sicurezza degli impianti. I requisiti tecnici riguardanti le piscine domestiche interrate sono definiti nella EN 16582-2:2015 pubblicata nel 2016.

Per piscina seminterrata si intende una struttura che viene interrata solo in parte su tutti i lati o su alcuni lati, lasciando uno o più lati a vista (come nei casi dei terreni in pendenza o nei terrazzamenti) oppure costruendo una pedana intorno ad una piscina fuori terra. In quest’ultimo caso la piscina non si troverà a raso terra ma sarà rialzata, con rivestimenti che fungono da pedanamenti per l’accesso alla vasca.

Sfruttando i terrazzamenti naturali oppure installando dei pannelli o costruendo un muretto per il contenimento della terra in pendenza, vengono utilizzate finiture estetiche che possono essere personalizzate con materiali come legno, mosaico o pietra per la realizzazione di vere e proprie zone solarium.

La scelta di realizzare una piscina seminterrata può risultare una soluzione comoda in quanto permette una grande flessibilità nell’installazione, può essere adattata a qualsiasi tipologia di terreno e la sua realizzazione è solitamente meno costosa rispetto ad una piscina interrata.

Bisogna, però fare molta attenzione alle norme da rispettare. Anche nel caso delle piscine seminterrate, come per quelle interrate, è necessario seguire l’iter previsto dal Testo Unico dell’Edilizia. A livello normativo, infatti, le piscine seminterrate, prevedendo la messa in opera di lavori di livellamento del terreno o di scavi parziali, necessitano dei relativi permessi edilizi.

Permane dunque l’obbligo di denunciare l’avvio dei lavori (SCIA) presso gli uffici comunali competenti, dichiarando le caratteristiche del bacino artificiale e i materiali e le tecnologie utilizzate per la costruzione, così come è obbligatorio il rilascio dell’attestato di certificazione di conformità della struttura al termine della posa.

Stessa cosa per quanto riguarda le norme europee definite dal Cen (Comitato Tecnico Europeo) che sono le stesse per le piscine domestiche parzialmente o completamente interrate (EN 16582-2:2015).

Questa direttiva tutela il cliente sull’effettiva messa in sicurezza della piscina, come la presenza di un sistema antitrappolamento degli scarichi e la messa a norma della presa di fondo (posizionata sul pavimento della vasca per le operazioni di riempimento e svuotamento) che deve essere controllata periodicamente per evitare rischi per la sicurezza dei bagnanti.

Per chi non può effettuare scavi nel terreno a causa di restrizioni dovute a vincoli storici o paesaggistici, oppure desidera possedere una piscina contenendo i costi della sua realizzazione, esistono numerose soluzioni alternative.

La piscina fuori terra è un tipo di piscina che può essere collocata sul terreno già esistente senza compiere complesse opere edilizie. Si tratta di vasche smontabili che possono essere installate autonomamente dal proprietario, fermo restando che necessitano di un terreno di appoggio che sia solido e pianeggiante.

Esistono diverse tipologie di piscine fuori terra, non solo in riferimento alle dimensioni, profondità della vasca e materiali costruttivi, ma anche a riguardo della categoria di riferimento. La categoria fuori terra “da arredamento”, ad esempio, richiede la presenza di un basamento in cemento come base d’appoggio per la collocazione della piscina.

Quindi, se nel giardino non si dispone di un basamento già esistente, questo deve essere messo in posa da un’azienda di costruzioni.

Dal punto di vista normativo in questo caso, per la realizzazione dei lavori, sarà necessario richiedere le relative autorizzazioni come per le piscine interrate e seminterrate. La regola è sempre la stessa: nel momento in cui si modifica in modo permanente una pertinenza è obbligatorio comunicare l’avvio dei lavori (SCIA) all’Ufficio Tecnico del Comune ed attendere l’autorizzazione prima di iniziare i lavori.

Quando si parla di pertinenza il quadro normativo di riferimento rimane quello rappresentato nell’articolo 817 del Codice Civile, dove si esplicita il concetto di durevolezza di un bene di proprietà.

Diverso invece è il caso delle piscine fuori terra dove non sia necessario realizzare basamenti in cemento per la loro collocazione. Le piscine fuori terra possono essere realizzate con un telaio in acciaio contenente una vasca in PVC oppure con pannelli rigidi di diversi materiali (acciaio, legno).

Le piscine autoportanti, cosiddette gonfiabili in quanto il bordo sostiene la vasca stessa una volta riempita d’acqua, sono strutture vendute con un kit di montaggio su terra appositamente pensate per la costruzione in autonomia. Il fatto che la vasca sia solamente appoggiata sul terreno e realizzata con materiali leggeri facilmente rimovibili, la fa rientrare nella categoria degli accessori da giardino.

Per questi motivi, previa dichiarazione di mobilità della piscina rilasciata dall’azienda madre, per il proprietario non è fatto obbligo di richiedere le autorizzazioni comunali per l’installazione e l’utilizzo. E’ bene comunque ricordare la presenza di un vincolo normativo che potrebbe riguardare alcuni specifici casi.

Uno specifico caso riguarda tutte le situazioni in cui la struttura che viene installata, per quanto mobile, venga lasciata in giardino tutto l’anno, andando a modificare strutturalmente l’assetto della proprietà quando il suo volume sia superiore al 20% del volume dell’abitazione. Secondo il D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 in vigore nel 2022 sono da considerarsi nuove pertinenze tutti quegli interventi di costruzione edilizia fuori terra o interrati “che comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell’edificio principale”.

Ciò significa che si andrebbe a ricadere all’interno delle stesse norme che valgono per le piscine interrate e seminterrate, cioè diventa obbligatorio procedere con la richiesta delle autorizzazioni al Comune di residenza prima di procedere con l’installazione.

Un altro aspetto da tenere in considerazione, qualsiasi sia la tipologia di piscina fuori terra o gonfiabile, riguarda l’obbligo da parte del costruttore (l’azienda produttrice) di dimostrare di averla prodotta rispettando i requisiti previsti dalla normativa europea, che in questo caso è l’EN 16582-3:2015. I fornitori sono dunque obbligati a produrre manuali tecnici di istruzione sulla pulizia e corretta manutenzione dell’impianto in modo che al momento dell’acquisto il cliente sia al corrente dei comportamenti da adottare durante l’installazione e l’utilizzo della piscina in totale sicurezza.

Come per tutti gli altri impianti elettronici, di riscaldamento o idrici, anche per le piscine fuori terra o gonfiabili che facciano uso di pompe elettriche, filtri e scarichi valgono i requisiti di sicurezza prescritti dal DM 37/08, dove viene stabilito che nella progettazione di un impianto siano rispettate le linee guida e venga rilasciata una dichiarazione di conformità da parte dell’azienda produttrice.

Mentre per le piscine interrate o seminterrate è l’azienda stessa che realizza i lavori a produrre il certificato di agibilità, nel caso delle piscine fuori terra o gonfiabili sarà cura dell’acquirente verificare che il prodotto che si sta comprando risponda a tali requisiti di legge (solitamente si tratta di un certificato allegato alla prova d’acquisto).

Riassumendo, per le vasche fuori terra o gonfiabili, anche se si tratta di strutture temporanee di uso stagionale, bisogna tenere conto dei seguenti aspetti:

E’ bene ricordare che il possesso di piscine fuori terra o gonfiabili per l’Agenzia delle Entrate (D.M. 2 agosto 1969) non ricade nell’obbligo di accatastamento e dunque non si corre il rischio di trasformare la casa in un’abitazione di lusso (cosa che invece può accadere per le piscine interrate o seminterrate che superino gli 80 mq di superficie).

In conclusione, essendoci numerosi regolamenti differenti tra Comuni o Regioni, prima di decidere quale tipo di piscina realizzare per la propria abitazione è sempre opportuno informarsi bene presso l’Ufficio Tecnico del proprio Comune di residenza per conoscere quali sono gli eventuali permessi da richiedere.

Gli iter burocratici potrebbero essere diversi da una zona all’altra e prevedere autorizzazioni specifiche in alcuni territori. In alternativa è possibile rivolgersi a ditte di installazione che siano in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per evitare di incorrere in sanzioni amministrative per la realizzazione di un impianto non a norma.

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